“Dungeon Hunter II” è da tempo atteso da tutti coloro che hanno apprezzato il primo capitolo della saga e in generale da tutti gli amanti di action rpg e fan di giochi alla Baldur’s Gate Dark Alliance. Il gioco si presenta subito molto bene con una bella ed evocativa sequenza introduttiva, seguita da dei menù e un’interfaccia grafica che pur non essendo particolarmente originali sono decisamente “tipici” di questo genere di giochi.
La grafica del gioco è molto soddisfacente. Interamente poligonale con un numero di poligoni decisamente superiore rispetto al suo predecessore. Le texture sono indubbiamente apprezzabili e la fluidità di gioco è davvero ottima anche durante situazioni particolarmente concitate: anche in questo caso è davvero notevole il miglioramento rispetto al primo “Dungeon Hunter”. Le varie abilità del nostro personaggio, siano esse magie o skill di combattimento, sono realizzate con abbondante uso di pregevoli e pirotecnici effetti. Il sonoro si attesta su livelli decisamente alti, buone ed evocative musiche ed effetti perfetti per ogni situazione.
La giocabilità è ottima, addirittura superiore a quella già ampiamente soddisfacente del primo “Dungeon Hunter”. Il personaggio si muove molto facilmente con il virtual pad e difficilmente capita di non riuscire a fare ciò che si vuole. Forse utilizzando il mago il giudizio cala leggermente in quanto l’interfaccia non consente di poter usare contemporaneamente più di un dato numero di magie. Ma è una questione di limite intrinseco e non una mancanza da parte dei programmatori.
Il gioco è molto vasto e ben strutturato, presenta il classico sistema di crescita del personaggio (ogni lv up ci consentirà di distribuire punti caratteristica per personalizzare la crescita). Progredendo nei livelli avremo a disposizione numerose skill che potremo potenziare (decidendo se mettere un punto in tutte oppure concentrarci su poche skill potenziate però al massimo livello). Avremo al nostro fianco una fata che ci supporterà (con compiti che spaziano dal far danni, al curarci, al potenziare il nostro attacco o difesa).
Ognuna delle tre classi di partenza può specializzarsi in due rami differenti di abilità, questo significa che anziche tre classi è come se ce ne fossero sei.
Molto varie le ambientazioni di gioco che propongono mappe di ogni tipo: cripte, lande innevate, caverne, castelli, città e via discorrendo.
In termini di longevità siamo su buoni livelli (ottimi se si considera la longevità media di un gioco di questo tipo), anche se decisamente inferiori alle controparti per console (logicamente). La qualità del gioco in generale è decisamente alta, d’altronde Gameloft è quasi sempre una garanzia di ALTA QUALITà e questo gioco NON è l’eccezione che conferma la regola. Anche in questo caso si nota un miglioramento (seppur meno netto rispetto alle altre componenti del gioco) rispetto al primo “Dungeon Hunter”.
Volendo trovare un difetto a questo “Dungeon Hunter II”, potremmo dire che alla lunga è piuttosto ripetitivo (ma è un limite del genere in se) e che la difficoltà non è sicuramente elevata. Gli enigmi e puzzle non vanno oltre il “prendi la chiave e apri la porta”, ma alla fine sono difetti comuni alla stragrande maggioranza di questo tipo di giochi e penalizzare “Dungeon Hunter II” per un limite del genere di appartenenza non avrebbe senso.
Nel complesso considero “Dungeon Hunter II” un titolo davvero notevole, i programmatori non si son seduti sugli allori, riproponendo lo stesso gioco leggermente migliorato, ma hanno operato numerose aggiunte e miglioramenti sostanziali ad un già più che solido titolo. Considerata la lingua italiana e le numerose aggiunte, non posso che consigliare questo titolo caldamente a tutti coloro che hanno amato il primo capitolo della serie e comunque anche a coloro che il primo titolo non lo hanno provato.
“Dungeon Hunter II” non presenta difetti rilevanti e se la modalità multiplayer prenderà piede in maniera consistente, è verosimile pronosticare che diventi uno dei titoli di maggior impatto presenti negli Store. Complimenti a Gameloft che in questo caso ha fatto più di quanto mi aspettassi.
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