martedì 8 gennaio 2013

Slender Man: Chapter One





Dai tempi in cui Alone in the Dark propose sul mercato il genere horror sono ormai passati parecchi anni. Successivamente, nell'epoca dei 32 bit, Resident Evil ebbe il merito di introdurre questo genere su console, cercando e trovando il favore del pubblico. La serie ebbe un grande successo, ma la componente horror venne poco a poco messa da parte per far largo ad uno stile action che potesse espandere il bacino d'utenza. 
Per fortuna, il coraggioso mercato indipendente sembra piuttosto interessato alle emozioni forti dei primi tempi, con il superbo Amnesia ad esserne prova vivente. Nella stessa corrente di pensiero troviamo adesso anche il terrificante Slender, vero e proprio fenomeno mediatico che nelle ultime settimane sta impazzando sulla rete.

Soli, al buio 

Slender mette addosso una dannatissima paura e arrivare alla fine del gioco sarà meno semplice di quanto ci si potrebbe aspettare.
In linea di massima il sistema di gioco è estremamente semplice, e non avremo a disposizione una gran libertà di azione. Attraverso una visuale in prima persona ci ritroveremo in un bosco sconosciuto, di notte, senza sapere come o perché ci siamo finiti. Ad assisterci avremo soltanto le nostre gambe e una fidata torcia, che ci aiuterà a orientarci nell’oscuro - è proprio il caso di dirlo - ambiente di gioco. Avremo la possibilità di effettuare dei piccoli sprint per aumentare la velocità dei nostri spostamenti, pena però un affaticamento che ci porterà nel giro di qualche secondo a rallentare a causa del fiato grosso. Potremo anche accendere o spegnere la nostra torcia a piacimento, cosa fondamentale per far fronte all’esigua batteria della stessa, che tenderà a lasciarci nel corso dell’avventura. Tenendo la torcia accesa assisteremo quindi ad una graduale riduzione del cono d’illuminazione, con l’oscurità che andrà progressivamente ad occupare una parte sempre più grande del nostro spettro visivo. Muoversi senza torcia è possibile, ma considerata la quasi totale assenza d’illuminazione la cosa si rivelerà quantomeno ostica, soprattutto quando ci troveremo ad esplorare delle ambientazioni al chiuso.
Lo scopo del gioco è molto semplice, e consiste nel ritrovare tutti i fogli di carta nascosti in otto dei dieci punti d’interesse della mappa. Non che ci sia molto da affinare la vista e cercare in luoghi assurdi: la mappa è piccola e i fogli sono piuttosto in evidenza. Ciò che rende l’impresa ardua è lo Slender Man.
Si tratta di un personaggio nuovo, nato sulla rete pochi anni fa, e portato alla ribalta dal forum di SomethingAwful. Lo Slender Man ha le fattezze di un uomo vestito in abiti eleganti, con braccia allungate in maniera irreale e un volto bianco privo di alcuna fisionomia facciale. Niente occhi, naso, bocca, capelli o qualunque altra caratteristica che possa definire un viso umano, e il risultato finale è un essere amorfo, raccapricciante, brillante e spaventoso nella sua semplicità. 
Dal momento in cui raccoglieremo il primo foglio quest'essere comincerà a seguirci, presenza minacciosa sulle nostre tracce. Lo Slender Man non corre, non salta, non ha armi o amenità di alcun tipo, semplicemente segue il giocatore nella sua ricerca. Non potremo guardare la creatura, o il panico assalirà il personaggio nella forma di disturbi sonori e distorsioni visive. Risultato simile se il mostro sarà troppo vicino a noi, causando la nostra morte qualora dovesse arrivare a toccarci. Ogni due fogli trovati la difficoltà di gioco aumenterà, con l'essere che si farà sempre più presente braccandoci come una preda in fuga. 
Il gioco è quindi si breve, ma riuscire ad avere la meglio sullo Slender Man è tutt'altro che facile, cosa che, considerata la scarsa durata del gioco, fornisce un alto livello di rigiocabilità, magari per rimettersi alla prova o semplicemente per spaventare a morte un amico che considera horror nuovi videogame tripla A ormai del tutto votati all'azione.

Una tecnica scadente ma funzionale
Slender è un gioco dalle tinte cupe, dove il nero è cornice più ampia del quadro stesso. Tutto ciò che riusciremo a vedere sarà per concessione della flebile luce della nostra torcia. La veste grafica del gioco è scadente, rendendo evidente la natura indipendente del progetto, sviluppato in maniera matoriale. Se però ci approcciamo al titolo consapevoli del suo iter e ci poniamo nell'ottica di un prodotto offerto gratuitamente, c'è davvero poco per cui possiamo storcere il naso. È vero, ogni cosa è in bassa risoluzione, le texture sono poco definite e le strutture poligonali sembrano vecchie di quindici anni. Eppure, per qualche motivo Slender riesce ad essere terrificante e a fare presa anche sulle nuove generazioni, forse anche per il suo aspetto tecnico che rende ancora più arduo identificare la spaventosa creatura mentre si muove nell'oscurità, come una sagoma poco definita che sfugge alla nostra comprensione.
Un oscar va senza dubbio alla colonna sonora, semplice in maniera disarmante, basata solo su effetti sonori che svelano un gusto squisitamente cinematografico da parte degli autori. È proprio l'accompagnamento sonoro a nostro parere a determinare gran parte della suspance del gioco, tormentando il giocatore con rimbombi lontani, interferenze elettriche e altre sorprese che davvero preferiamo non rivelare per non rovinare la sorpresa al malcapitato e coraggioso giocatore.





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